uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo
Un luglio tremolante. Fatto di umidità. Pioggia e sole. Quando rinfresca mi vengono in mente legumi e carni. Quando rientra il caldo insalate. salse fresche e crostacei. Penso al mio socio e alla sua ultima ricetta… i tentacoli del polipo sono il fil rouge (il rosso perla dei tentacoli) che connette il Golfo di Napoli all’Inghilterra. Accendo il pc. Apro la posta del Maiale.. tra i tanti un messaggio. Una segnalazione mi colpisce. Le prime parole che leggo sono “fagoterapia” e “ossessione per il cibo”. La radice. Fago (dal greco phagos – phagein) cioè “che mangia”. “mangiatore” ha qualcosa di affascinante. tribale e spaventevole insieme. Così passo alcuni minuti colla testa per aria a girarci. pensarci intorno. Si tratta di un romanzo. Il romanzo d’esordio di Massimo Roscia il cui titolo è per l’appunto “Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo” edito da Edizioni della Meridiana di Firenze (www.edmeridiana.com).
Il volume è stato presentato in anteprima nazionale sabato 20 maggio 2006 a Frosinone e sta già facendo registrare numeri importanti in termini di gradimento del pubblico (oltre 500 copie vendute nel solo capoluogo ciociaro in meno di un mese!). Dal 20 luglio il romanzo sarà distribuito dalla Dehoniana Libri Spa in tutte le librerie d’Italia. Conviene precisare che il libro è già disponibile su www.bol.it - www.ibs.it e sugli altri cataloghi online. Ma andiamo a conoscere l’autore. Cito testualmente dal comunicato: “Quarantatre anni. venditore di manuali della fortuna. Cinico. dissacrante. pigro. abitudinario. accanito fumatore. umorale. ansioso. a tratti nevrotico. esempio vivente di assoluta diseducazione alimentare. La sua esistenza sarà completamente stravolta quando conoscerà Franco Brenda. un grigio ed anonimo travet ministeriale. Dopo improbabili apparizioni di maialini al forno e cosciotti di agnello vivi. incontri fortuiti. indagini e pedinamenti degni del migliore investigatore privato. equivoci. sorprese e pranzi pantagruelici. scoprirà una nuova terapia. la fagoterapia o terapia del cibo. una cura rivoluzionaria. basata sul consumo equilibrato e consapevole di cibo e bevande. capace di giovare non soltanto al corpo. ma anche alla mente. Vinta la diffidenza iniziale. il Nostro si avvicinerà ai fornelli. inizierà a leggere ricettari e guide gastronomiche. si innamorerà della cucina. apprezzerà finalmente il gusto ed i sapori. scoprirà come la passione per il cibo possa trasformarsi in ossessione. Un esilarante percorso a zigzag tra pietanze. fornelli. ricette. antichi manoscritti di gastronomia e parallelamente. un’escursione tra ansie. nevrosi ed altri disturbi della psiche. Un viaggio tragicomico in un mondo in cui il cibo diventa centro di tutto.” Quello che mi viene da pensare è che in qualche modo tutto sia legato. abbracciato e collegato da/in quel phagein. radice e archetipo linguistico di un percorso. letterario e umano. compiuto dall’autore. Come se egli avesse realizzato un salto. non lineare. passando dalle proprie “diseducazioni alimentari” (polo “negativo – fago chiude anche la parola antropofago: connotazione negativa propria dell’atteggiamento cannibalistico umano – si ragiona per estremi) fino a trovare. o ri-trovare un’equilibrio. una chiave di volta e una svolta nel gusto e “nel consumo equilibrato e consapevole di cibo e bevande” (polo positivo – risoluzione del fago - giusta collocazione). A stemperare quindi quelle nevrosi e ossessioni o a trasformarle. trasmutarle. ritrovarle nell’archetipo moderno del mangiar bene.
Massimo Roscia ha trentasei anni e vive con la moglie Alessandra nella campagna frusinate. Appassionato gourmet. autore di numerose pubblicazioni tecnico-scientifiche. lavora presso la Camera di Commercio di Frosinone dove si occupa. tra l’altro. proprio di enogastronomia. “Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo” è il suo romanzo d’esordio.
3 Comments:
Sembra un testo intrigante. Racchiude anche ricette di cucina?
Si ci sono ricette e alcune sono prese in prestito da antichi trattati di gastronomia risalenti al XII - XIII secolo. Rimane comunque un romanzo e per questo qualcuna è pura fantasia.-
grazie. E' sempre un piacere.
Re
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