martedì, settembre 4

Scampoli d'estate e brandelli di fine stagione!

Inizio a buttar giù queste righe non prima di aver stappato l'ennesima bottiglia di negramaro a farmi compagnia!
Il racconto dei nostri giri in lungo e in largo era iniziato qui a fine luglio. La storia però continua adesso, con un viaggio che dura più di tremila chilometri ed è lungo due settimane, tre giorni e qualche ora. Un tragitto Campania, Calabria, Puglia e ancora Calabria che conta per ben quattro volte il passaggio in terra lucana.
Ci spostiamo mentre le fiamme invadono l'Italia e sotto i nostri occhi questa volta lo stivale brucia per davvero. Non si tratta di un effetto mediatico e non c'è un filo di esagerazione in ciò che si sente in giro, anzi, la tristezza per ciò che accade va ben oltre le previsioni, del resto non c'è pezzo di A3 in cui i tristi segni non siano ben visibili e in almeno quattro circostanze incontriamo anche le fiamme.
Ma andiamo oltre, perchè il nostro agosto passato tra le Murge, il Salento e Vibo Valentia è fatto di incontri e bevute, di assaggi e scoperte, di chiacchiere e sole. Un salto ad Altamura e al panificio Di Gesù, dove spezziamo la fame di un tardo pomeriggio con un po' di pane e un biscotto donatoci dal proprietario, prima di far tappa alla pasticceria Fieschi dove facciamo la conoscenza di Francesco (chef, appassionato di vino e ragazzo davvero in gamba!); la zona di Castel del Monte con la visita a Cefalicchio, la piacevole chiacchierata con Nicola Rossi e la bella scoperta del Nero di Troia; la giornata trascorsa ad Alberobello, le camminate tra i trulli e un deludente pranzo con le mosche; l'incontro a Taranto a casa di Gianfranco Fino con il suo straordinario Es 2006 da poco imbottigliato; il folklore baroccheggiante della bella, piccola e antica Martina Franca; le viuzze del centro di Manduria, la Locanda Ti Lu Tuguriu e ancora Gaetano Morella, Luca Attanasio, Alessandro Carrozzo.
Ovviamente primitivo e negramaro come se piovesse...
Di questo viaggio salentino ricorderemo la vite, presente ovunque, quale simbolo della storia contadina di queste terre pugliesi, ma ancor di più le vecchie vigne ad alberello (trentenni, cinquantenni e ottantenni), traccia inequivocabile di una storia antica che grazie all'intuizione di uomini coraggiosi come Cosimo Taurino, si racconta nel resto del mondo e pian piano inizia a dare i suoi frutti.
Le piante di ulivo secolari e il preziosissimo olio dai toni cromatici spiccatamente verdolini; i muretti bassi che fiancheggiano le strade, presenti praticamente ovunque, segno di profonda e garbata civiltà; i buoni rosati bevuti qua e là; le tante visite alle cantine sociali.
E' stata l'estate dell'afa implacabile e dello scirocco notturno, dell'uva mangiata in spiaggia e della ricerca disperata di un oste con del cirò rosso sfuso, delle bevute a fiumi di latte di mandorla e dei pranzi conviviali e luculliani come quello a Lu Cannizzu, sul mare di Porto Cesareo.
Di queste e di altre storie andremo a narrarvi nei prossimi giorni e mentre Mauro lancia il prossimo Vino dei Blogger con i Grandi Vini da Piccole Vigne riprendono le nostre cene serali bevendo i vini semplici, umili, fedeli e no global di Carrozzo, vini che parlano dialetto salentino stretto.
State bene.

Giacinto Chirichella

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ciao Giacinto.. bentornato..
che bel viaggio, non vedo l'ora di leggere il seguto..
ciao
Filippo

4/9/07 6:52 PM  

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