giovedì, maggio 17

Taurasi Cantine Lonardo: appuntamento al buio!

Questo è un post a quattro mani!

Metti un martedì sera in via Coroglio, al numero 39. Metti un martedì sera a Bagnoli, poco sopra Città della Scienza (tanto per capirci!). Siamo al Moses, qui dove dall'alto si gode una visione tutta meticcia e contemporanea: il chiaroscuro post-industriale dell'area dismessa dell'Italsider e il magico scenario dei Campi Flegrei.
Cos'altro aggiungere? Una pizza gustosa, una ricercata materia prima e una buona selezione di vini (ho intravisto anche il nostro tanto amato Faro Palari dell'architetto Salvatore Geraci). Da andarci ab-so-lu-tely!
L'occasione è ghiotta, una gran verticale di Cantine Lonardo, Contrade di Taurasi. 7 bottiglie: dall'annata 1998 alla 2003, includendo le due riserve 00 e 01 (nell'infelice 2002 Sandro ha deciso di non uscire con la DOCG!). 2 batterie (4+3) alla cieca, una sequenza davvero azzeccata. Di questo Taurasi e della grandiosa 2001 riserva ne avevamo saggiamente già parlato qui nel nostro tributo all'aglianico che sfida il tempo. E' l'occasione per avere una conferma: questo vino durerà a lungo. Di sicuro però sono le annate '98 (su tutte!) e '99 ad essere davvero da pelle d'oca. Belle Solide, robuste, eleganti e sicuramente ancora carichissime di racconti e di doni. Una buona 2000 riserva e una 2003 base ancora in evoluzione, da riprovare sicuramente per studiarne le dinamiche e le variazioni da attribuire anche ai 4 mesi di macerazione e alle nuove botti. Sicuramente non un Taurasi qualunque, ma una forte espressione territoriale con un unico filo conduttore coerente, ma con tutte le differenze che madre natura ci regala.
Ancora una conferma: la sfida Barolo / Taurasi è tutta da giocare!
Ci salutiamo sul finire con l'augurio e la promessa (pazienza conservativa permettendo!) che l'esperienza si ripeterà tra dieci anni con le stesse bottiglie quali protagoniste della piacevole serata. La scheda completa dell'intera verticale scritta dal buon Fabio Cimmino la trovate qui.
G.

Una serata è gradevole per diversi, svariati motivi.
Ai punti di vista più ampiamente condivisi si vanno ad aggiungere quelli strettamente individuali, più intimi. Una degustazione – diciamolo – corre il rischio di diventare irrimediabilmente scocciante per l’eccesso di ragione ed intelletto messi in atto. Super tecnicismi, enologi “preparatissimi” e giornalisti la cui memoria visuale già svicola tra titolo, sottotitolo e colonna del pezzo di domani, frenano letteralmente la possibilità di stare, semplicemente e prima di tutto, bene tutti quanti insieme. La degustazione di martedì sera è stata una serata gradevole. Lo hanno pensato tutti, credo, nel profondo. Il mio è stato un approccio di tipo valutativo-osservativo. Sapevo di non essere all’altezza – non sono un intenditore di vino – e così ho affidato ai sensi il compito di guidarmi attraverso ciò che man mano andava accadendo. Con mia grande sorpresa ho scoperto avere sensi molto reattivi, riuscendo più o meno ad individuare tutte le annate proposte in quello che è stato un vero e proprio appuntamento al buio. “Il vino”, ho pensato dopo i primi assaggi, “mette davvero tutti d’accordo!” L’ovvio imbarazzo iniziale di non conoscersi tutti è venuto giù man mano che la discussione prendeva forma; che il vino andava aprendosi; che il corpo ed il cuore andavano riscaldandosi insieme alle chiacchiere di ognuno di noi. Tutto quanto c’è stato di più “tecnico” è venuto fuori in armonia, senza esagerare, lasciando comunque che il cuore e l’Uomo avessero l’ultima parola. Così abbiamo bevuto ottimo vino – la 98 e la 2001 riserva le metto al primo posto – ascoltato la passione delle parole di Maurizio De Simone, conosciuto – e finalmente! – Luciano Pignataro e Fabio Cimmino, Adele (Viola Melanzana) e il simpaticissimo Enzo Pagliaro, storico giornalista e grafico del Mattino. Il locale, il Moses, è davvero incantevole. La vista, metà mare, metà post-industriale, lascia i brividi e la cortesia e la professionalità sono di casa. Il Maiale Ubriaco rientra a casa con un bilancio più che positivo. Peccato mancasse il nostro inglese mezzo sangue di cui però tanto si è parlato (ironia della sorte una sedia vuota proprio accanto a Giacinto). Il Maiale apprende e porta a casa. Speriamo presto di poter organizzare un evento tutto nostro. Un evento in cui Uomo e convivialità vengano prima di tutto, ed il vino, al solito, unisca gli animi e riscaldi la serata. Per adesso grazie a tutti, grazie di cuore.

Ste

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5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ragazzi anche per me è stato un piacerissimo conoscervi peccato solo esserci seduti troppo distanti e non aver potuto chiacchierare un altro pò.

A presto, anzi alla prossima!

Fabio Cimmino

18/5/07 9:31 AM  
Anonymous Anonimo said...

Grazie a voi per la partecipazione: è stata una serata davvero speciale, di stile francese direi, nella quale si è parlato di vino, di uomini, di passione e di territorio. L'unico modo giusto per raccontare il nostro straordinario Mezzogiorno. L'unico modo giusto per approcciare il vino senza tecnicismi esasperati.
Ora preparatevi alla prossima: tutte le annate di Antonio Caggiano.

18/5/07 12:04 PM  
Blogger violacea said...

Ciao ragazzi, finalmente vi ho conosciuto, nonostante mancasse "l'inglese" del gruppo. La vostra descrizione della serata rispecchia in pieno anche il mio "sguardo", la mia, invece, sta sulla scrivania, ma presto la condividerò con voi..baci e a presto!

18/5/07 4:49 PM  
Blogger il maiale ubriaco said...

Fabio, la prox ti voglio al mio fianco (per aprire parentesi sul Nerello e sulle terre dell'Etna).
Luciano, ancora grazie; la tua anticipazione mi sembra grandiosa!
Adele bella sorpresa eh? :-) appena torna "l'inglese" si va alla Casa del Nonno.
ci becchiamo tutti per la verticale di Caggiano (se non prima a Vitigno Italia) ...
a pres

G.

19/5/07 3:57 PM  
Blogger violacea said...

E vada per la casa del Nonno!
Anche se avrei una bella proposta cilentana, ma se non vedo l'inglese non parlo!
baci

19/5/07 5:37 PM  

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