martedì, ottobre 20

Azienda Agricola Oliveto - Quanto e' vero il tuo olio d'oliva?

Il tempo dell' olio. Proprio in questi giorni in Italia comincia la raccolta delle olive, forse la prima dell’anno agricolo per alcune aziende. E poi si frange e alla luce verranno dei veri e propri capolavori di madre terra che riempiranno di gioia i coltivatori e chi, fortuna sua, vorrá godere del piccolo miracolo dell’olio. Il maiale naturalmente c’è e partecipa al gioco della natura che diventa tavola con quell’approccio flâneur che lo contraddistingue, con la speranza di rendere partecipe chi lo legge di un’esperienza tanto quotidiana quanto unica. Allora eccolo, fra le vallate dei fiumi Tevere e Nera in uno di quei luoghi che difficilmente definireste di passaggio, in cui non si arriva per caso. Nel silenzio di un sabato pomeriggio il maiale sfiora Amelia, che non è una procace contadinotta locale, ma un piccolo borgo della bassa Umbria. Si aggira fra le stradine di campagna a testa alta, ammira incantato il paesaggio ancora sconosciuto, fino a scorgere la casa che lo ospiterá di li a poco tra piccoli appezzamenti di terra, frutteti e uliveti. Arrivati. Ad accoglierci, con un timido sorriso proprio di chi non sa essere invadente, c’e’ il signor Guerriero, proprietario dell’Azienda Agricola Oliveto. Pochi convenevoli, perché lui è uomo di poche parole, una persona splendida che nella terra oltre al cuore sembra averci lasciato pure la lingua. Con grande orgoglio ci mostra la casa e le camere che ci avrebbero ospitato. Da una delle piccole finestre ci indica l’alveare dove le sue api producono da anni dell’ottimo miele, dall’altra parte della vallata si intravede casa sua. Scendiamo dal terrazzo antistante il nostro appartamento e poi giù per un viottolo a incontrare l’uliveto di famiglia. Qui le 1100 piante di olivo Moraiolo, Leccino e Rajo producono ogni anno 2500 litri di olio extravergine delicatissimo. Da noi – spiega Guerriero che sembra essersi abituato alla nostra presenza - le olive si raccolgono interamente a mano tramite brucatura che è la tecnica migliore, poiché i frutti vengono staccati al punto giusto di maturazione. Una volta le olive si lasciavano cadere naturalmente, ma toccando il suolo si danneggiavano compromettendo inevitabilmente la qualità dell'olio. Inoltre – ammicca – da noi la lavorazione avviene entro ventiquattro ore successive alla raccolta per ottenere un olio a bassa acidità che mantenga tutte le sue proprietà organolettiche. Ancora due passi e poi si torna su che è ora di merenda, prepariamo la brace. - la nostra chiacchierata prosegue in veranda. Olio naturalmente, purissimo, versato generosamente su delle grosse fette di pane tostato e accompagnato da un Ciliegiolo in purezza delle vicine Cantine Zanchi. Pure l'oggetto di conversazione rimane invariato. Guerriero ci racconta cosa accade nel processo di lavorazione delle olive; di come la sansa (la pasta scura che avanza dalle prime spremiture) non potendo più produrre olio mediante azione naturale, venga trattata chimicamente. L’olio di sansa attraversa processi di degradazione di acidità, decolorazione e deodorazione per poi essere mischiato all’olio "vero". E’ cosi che nascono le quattro diverse qualità di olio d’oliva: extravergine, vergine, sopraffino e fino (olio di sansa). Dai residui di questa lavorazione si possono ancora ottenere combustibili, catrame vegetale, mangimi o addirittura sapone! Oggi – incalza il nostro eroe - il vero extravergine diventa sempre più difficile da individuare, tant’ è che si è dovuto proteggerlo con marchi DOP e IGP per renderlo facilmente identificabile al pubblico. Una gallina dalle uova d’oro insomma, visto che l’olio di sansa, pronto per essere mischiato con l’olio puro, costa circa la metà di questo. Ma non si può certo rimproverare alle grosse aziende di cercare il guadagno. L’importante è che tutto avvenga secondo i criteri stabiliti dalla legge. La colpa invece è del consumatore che orientato al risparmio si è lasciato “abbindolare” preferendo l’olio senza gusto, l'olio finto, all’olio vero. Forse che in Italia non ci sono olive a sufficienza? E’ in realtà un problema di costume. Il consumatore di oggi tende a confondere l’abbondanza con la bontà di un prodotto, spalancando la porta alle perverse abitudini di consumo della società moderna. Non è questa la sede per un dibattito industrial - sociologico, ma il fatto è che Guerriero (e con lui tanti altri produttori soprattutto italiani) ci ha aperto gli occhi. Noi speriamo questo breve incontro e le riflessioni da esso scaturite possano lasciarvi piu' di un dubbio e avvicinare tutti noi a un rapporto sempre più amichevole e consapevole con la nostra terra. Basterebbero un po’ di ingegno e carità di patria. Buona settimana.

…Gioa produce l’Italia e tutta la terra per gli uomini, gioia di mangiare di vivere, gioia di continuare. Eppure un giorno si deve morire. Perché? [Mario Soldati – Da Ubriaco – Ottobre 1954]

Azienda Agricola Oliveto
Strada di Cecanibbio, 38
Amelia (TR)


Remo Morretta

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