giovedì, gennaio 31

Quando il maiale è in viaggio: Bath

Allora eccoci. Come anticipato pochi giorni fa il maiale per questa settimana resta in Inghilterra. Fra splendide giornate di sole, una temperatura alquanto pungente e tanta voglia di starsene un po’ tranquillo, lontano dal trambusto della vita quotidiana, il maiale gironzola attraverso il countryside inglese, guarda, esplora, si incuriosisce, banchetta. Questo maiale cosi legato alle sue cose, un po’ sulle sue, a volte impacciato, comincia ad ambientarsi e riesce a stare bene proprio dove e quando non te l’aspetti. Poi devo essere sincero (penso chi mi conosca oramai l’abbia percepito) la vita da queste parti comincia a piacermi; c’è un ritmo diverso, più pacato in cui ti puoi prendere tutto il tempo che vuoi, guardarti intorno, vivere le cose, le diversità…la località.
Prima tappa ufficiale del maiale in veste “british” è stata Bath, antica città romana di grande bellezza, enorme fascino e cuore di un’ Inghilterra d’altri tempi, legata al passato, alle tradizioni e alla bella vita. Inizia Venerdì sera la nostra passeggiata e dopo essere stati in albergo (un piccolo appartamento nel cuore della città) per mollare i bagagli, io e la mia amata ci incamminiamo verso il centro. Un groviglio di vicoli, sottopassaggi, piccole piazze ci accolgono e ci coprono dal freddo. La passeggiata è breve, riconosciamo subito il ristorantino di cui tanto avevamo sentito parlare; fa fresco fuori, non esitiamo un attimo, uno sguardo e decidiamo, si entra! Fishworks è una pescheria, aperta giorno e notte che ha una caratteristica particolare; oltre a vendere del pesce freschissimo, di alta qualità e soprattutto locale, ha giusto qualche tavolino, nascosto giù in fondo, attorno al quale ci si può sedere e farsi una vera e propria “scorpacciata” di pesce. Noi abbiamo dovuto provare, accertarci che non si trattasse delle solite dicerie e menu alla mano siamo passati da un’aragosta con patate ad una grigliata di pesce misto (sgombro, gamberi, merluzzo, tonno, salmone) passando per un’insalata greca di finocchi ed una gustosa zuppa di granchio. Il tutto innaffiato con del buon vino bianco locale (eh si perché pure questo si trova qui) ed una fresca limonata. Soddisfatti, satolli e di buon umore abbiamo fatto due chiacchiere con il proprietario che con orgoglio ci ha raccontato la storia del suo oramai famoso locale. Non ne parlo qui, sarebbe dura, ma vi dico che per approfondimenti potete saltare su questa pagina (ammirate).

L’indomani colazione da Sully Lunn’s, piccola e accogliente sala da the, in piedi da più di trecento anni e gestita da una famiglia francese. Poi visita al mercato dei produttori locali e dulcis in fundo, lunga pausa in uno dei negozi più belli che abbia mai visto da quando sono qui. Paxton & Whitfiel è un’antica bottega di formaggi specializzata in prodotti locali. Formaggi inglesi d’ogni tipo e poi biscotti, erbe aromatiche, vecchi taglieri di legno, ceste di paglia; sembrava essere entrati in un altro mondo, lontano dal resto, proprio come sognavo di fare da un po’, per giunta accolti e coccolati dall’anziano proprietario e coinvolti da tutta la sua passione per la buona tavola. Si è fatto tardi, devo andare. Vi lascio cosi, in questa piccola bottega d’altri tempi, in questa città incantata, con la speranza che un giorno possiate passarci e ricordare. Questo è quanto. Un saluto dal maiale.

Remo

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lunedì, gennaio 28

Crostatina di pere caramellate con salsa di caramello & profumo di cannella

Eccomi ritornato, per il consueto post del Lunedì, che tanto amiamo perché fa ben cominciare la settimana e che porta con se il dolce ricordo del week end. Io questa volta non me ne sono rimasto a casa con le mani in mano (si fa per dire), ma ho trascorso due piacevolissimi giorni con Paula in una delle più belle località della Gran Bretagna. Eh si, perché dopo tanta fatica abbiamo deciso di darci un taglio, prendere una breve pausa e trascorrere un romantico fine settimana a Bath, antica città romana, splendore dell’Inghilterra giorgiana, culla delle più belle storie della letteratura britannica, dai racconti di Dickens ai romanzi di Jane Austen. Io già mi sto facendo trascinare dalle sensazioni e con il mio entusiasmo rischio di svelare il contenuto del nostro prossimo articolo; quindi mi fermo e introduco un’altra bella cosa, o meglio ricetta! Proprio dalla mia passeggiata infatti nasce l’ispirazione per questo dolce ben calibrato, dalla consistenza e dal profumo fantastici. Un piatto very British anzi “very Bath” che con le pere, il caramello ed una croccante frolla esalta al massimo ingredienti che in questo periodo dell’anno, da queste parti sono molto utilizzati. Vi spiego tutto giù. Voi leggete e provate, e aspettate il mio prossimo racconto! Un saluto a tutti.

Ingredienti x 4 persone

(per la crostata)
4 pere
250 gr di pasta frolla
100 gr di zucchero

(per la salsa)
150 ml di panna
100 gr di zucchero

Per preparare la salsa al caramello sciogliere lo zucchero in padella; appena raggiunto un bel colore dorato allontanare lo zucchero dal fuoco ed unirlo alla panna. Mescolare energicamente fino ad ottenere una crema densa. Passare il tutto al setaccio e mettere da parte.
Per la crostata distendere la pasta frolla fino ad ottenere una sfoglia di 3-4 mm di spessore e tagliarla in dischi da 10 cm di diametro. Intanto affettare le pere in senso verticale e disporle sulla sfoglia, lasciando circa 3 mm di diametro dal bordo. Spolverare con lo zucchero, un pizzico di cannella ed infornare a 180 C per 20 minuti circa.
Servire con la salsa di caramello, ancora un cucchiaino di cannella e se volete (io questa volta ho desistito) della crema allo zabaione.

Remo Morretta

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venerdì, gennaio 25

Risotto alle mele renette, bacche di ginepro e profumo di Malvasia

Ancora renette, le regine del mese!
Un pò in ritardo sulla tabella di marcia ma finalmente arriva anche il mio post. Sto passando a Mac e non pensavo che il passaggio potesse essere così doloroso. Il mio iMac è arrivato ma devo scendere giù a casa dai miei a prenderlo e per un motivo o per un altro la partenza è sempre rimandata. Il mio pc, nel frattempo, ha deciso di entrare in coma accendendosi una volta si e cento no. Così capita che premo il tasto di accensione al mattino e lui rinviene alla sera... oppure non rinviene proprio. In questo clima sofferto divido le mie ore tra le lezioni del mattino e la camera oscura al pomeriggio e tempo per cucinare e soprattutto mangiare ce n'è davvero poco. Diventa opportuno, per non dire indispensabile, gestire bene gli istanti a disposizione anche perchè, lo abbiamo detto, il fattore Tempo per noi Maiali è determinante. Nasce da queste ultime vicende e da un clima pure di fuggevolezza questa mia ricetta. Mi ci voleva un piatto veloce (oddio manco tanto.. conosciamo i tempi di cottura del riso, qualcuno m'ha detto "ma du spaghi no?") gustoso e appetitoso per voi. Così ho rovistato nella mia credenza e ho tirato fuori le renette rimaste in cesta dopo la lonza al forno (rimembrate?), un pò di riso Vialone ed un barattolo di bacche di ginepro raccolte la primavera scorsa e conservate con cura. Il risultato, soprattutto devo dire per la salvia e la cipolla che legano benissimo con la mela, è stato a dir poco sublime. Ma il tocco lo da quella sfumatura di Malvasia che diamo all'inizio prima di portare a cottura il riso: fa.vo.lo.so! Alla fine ci mettete 3/4 d'ora e, conoscendo l'idea di tempo che ci piace avere quando mangiamo, è davvero un soffio. Fate in tempo a tornare a casa per pranzo, preparare il vostro risotto ascoltando un buon freejazz, lasciare i piatti nell'acquaio, preparare un buon caffè e sorbirlo con calma in poltrona. Alle 15,30 siete pronti per ripartire. Mi raccomando: occhio alle porzioni... sennò nella vostra poltrona va a finire che ci rimanete. Buon appetito!
Ingredienti x 4 persone
230 g di riso Vialone Nano
2 cipolle bianche grandi
4 mele renette
salvia fresca
bacche di ginepro
40 g di burro
1/2 bicchiere di Malvasia
parmigiano
sale
pepe

Lasciate imbiondire nel burro fuso le cipolle affettate grossolanamente insieme con alcune foglioline di salvia fresca spezzettate con le mani ed una manciata di bacche di ginepro. Tostatevi il riso e sfumate con il mezzo bicchiere di Malvasia. Versate un mestolo di acqua bollente preparata precedentemente continuando per circa 10 minuti avendo cura di rabboccare solo quando tutta l'acqua sia stata assorbita. Aggiungete le mele lavate, asciugate e tagliate a tocchetti grossolani con tutta la buccia. Mescolate e aggiustate di sale e di pepe. Portate a cottura, spegnete il fuoco e mantecate con una gentile spruzzata di parmigiano. Lasciate riposare coprendo la pentola col coperchio per 5 minuti buoni. Impiattate in piccole scodelle, guarnendo con qualche bacca di ginepro, il pepe, la salvia e la mela affettata sottile.

Stefano Tripodi

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lunedì, gennaio 21

Parmigiana di funghi, patate & formaggio di fossa

Ecco il post del Lunedi!
Ieri una giornata molto gradevole. Alle 8 di mattina il sole già splendeva ed un filo di nebbia lentamente andava dissolvendosi. Da quando sono qui in Inghilterra mi capita spesso di fare delle lunghe passeggiate “meditative”, fra i campi e i boschi che abbondano dalle mie parti. Cosi stivali ai piedi, che fa molto “british”, giubbotto, sciarpa e guanti, mi sono inoltrato in una delle viuzze di campagna situate a pochi passi da casa mia. Direzione: il mio negozietto di fiducia, quello che ogni Domenica ormai da un anno mi fa da bar, macellaio e fruttivendolo. Mi ci è voluta un’ora per arrivare quasi di soppiatto dalle retrovie, scavalcare la staccionata di legno facendo attenzione a non farmi incornare dalla capra di passaggio ed entrare, ancora in affanno, nella calda e accogliente saletta. Una tazza di the con un goccio di latte (per cambiare), una fetta di torta alla carota (questa ve la passo a giorni) ed il giornale fresco di stampa (roba che pure mia madre stenterebbe a riconoscermi). Cosi si è aperta una giornata che poi è continuata all’insegna della cucina, dei colori e dei sapori dell’inverno. Infatti tornato a casa, poco prima di pranzo, ho preparato questa squisitezza. I funghi e le patate sono locali, il formaggio mi è stato gentilmente spedito da un mio caro amico, il resto…ve lo racconto sotto.
Ingredienti x 6 persone

7-8 funghi di media grandezza (porcini, finferli o prataioli)
3 patate grandi a pasta bianca
100 gr di formaggio di fossa
pan grattato
salvia fresca
olio extravergine d’oliva
una noce di burro
sale grosso
pepe nero

Pelare le patate, tagliarle a rondelle sottili, cuocerle in acqua bollente per qualche minuto e scolarle bene al dente. Nel frattempo tagliare i funghi a fette piuttosto spesse e soffriggerli in padella con un filo d’olio, salare ed aggiungere una spruzzata generosa di pepe nero. Ungere con una noce di burro il fondo di una teglia e ricoprirlo di pangrattato, poi procedere con i seguenti strati alternati: patate, funghi, formaggio a scaglie, salvia e pangrattato. Procedere in questo modo fino a riempire la teglia. Per l’ultimo strato abbondare con il pan grattato così da ottenere una crosta croccante e spruzzare di pepe nero. Cuocere in forno pre riscaldato a 200°. A cottura ultimata, lasciar riposare per qualche minuto, aggiungere un filo d’olio crudo, quindi impiattare.

Remo Morretta

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giovedì, gennaio 17

Vino di arance e noci

Qualche giorno fa ho sbirciato nell’archivio del maiale, contemplando e rileggendo i piatti che fino ad ora Stefano ed io abbiamo proposto. Mi sono un po’ lasciato andare alle emozioni, ai ricordi di un bel po’ di mesi passati a condividere la passione per la cucina ed alla bellezza di farlo a “porte aperte”, con voi insomma che entrate, leggete, sbirciate, lasciate messaggi e soprattutto cucinate. Guardavo il maiale dalla finestra del mio computer, col sorriso sulle labbra (…il naso rosso e un fazzoletto in mano per colpa del raffreddore), lo osservavo in silenzio e riflettevo sul fatto che, ahimé, la componente alcolica ultimamente è venuta un po’a mancare; che a parte l’ultima ricetta ubriaca del mio compare il 2008 non ha visto ancora bagnare queste candide pagine col sangue di bacco. E visto che il maiale è nato ubriaco (e tale deve rimanere), facciamolo bere dico io. Stavolta però non si tratta di un vino qualunque. Questo, l’ho fatto io. Al vino bianco, preparato da un anziano signore conosciuto per caso in un giorno d’estate, ho aggiunto il profumo delle arance calabresi ed il retrogusto amarognolo della noce matura. Ho lasciato macerare il tutto per alcuni giorni, completando la maturazione in bottiglia. Poi il momento giusto è arrivato e in una cena a lume di candela con la dolce Paula ho accompagnato a questa profumata bevanda una calda crostata di frutta secca. Davvero sublime.

Ingredienti

5 noci
la scorza di due arance
1 litro di vino bianco dolce
100 ml di acquavite (opzionale)
150 g di zucchero semolato

Pulire e tagliare le noci a metà, metterle in un barattolo a chiusura ermetica con la scorza d’arancia, il vino, l’acquavite e lo zucchero, aggiungendo un pizzico di noce moscata. Coprire e lasciare macerare in un luogo asciutto per 10 - 20 giorni, mescolando di tanto in tanto. Passato questo periodo, filtrare l’infuso ed imbottigliarlo. Non abbiate fretta di consumarlo e lasciatelo maturare in bottiglia ancora per un pò.
Consiglio: Servire fresco, magari per aprire oppure chiudere un buon pasto invernale.

Remo Morretta

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lunedì, gennaio 14

Lonza di maiale al forno con cipolla bianca & mele renette

Questo è un post gustoso!
Eh si, concedetemelo, si può resistere ad 1 chilo e 700 grammi di puro godimento?! Ho trovato una bottega delle carni fantastica. Mi hanno preparato il pezzo di carne ben bene, legato con lo spago da cucina ed io mi son fatto dare tutti i ritagli pensando di fare poi un succulento ragù. Per preparare questo piatto ho scelto tutta la mattina della domenica ed il pomeriggio del sabato per una spesa accurata. Se vuoi fare le cose bene (ed i miei coinquilini sono sotto le coperte che ancora si leccano i baffi nel sonno..) ci vuole tempo. Tempo per preparare, scegliere, meditare ma soprattutto tempo per godere di quello che si fa. La cucina va coccolata, assecondata, trastullata. Noi del Maiale consideriamo il tempo uno degli elementi fondamentali del processo di identità che va costituendosi durante la preparazione ed il consumo di un pasto. Gli esterofili o alcuni addetti ai lavori dicono "slowfood" e fanno bene. E mi pare che tra non molto sarà celebrata la giornata della lentezza che, di fatto, durerà 3 giorni....eh bè! Dunque dicevo, fatta la spesa del sabato il mio pezzo di carne è stato messo a riposare ai ripiani alti del frigo. L'indomani, cioè stamattina, la sveglia è stata presto - 7,30 - ed un buon caffè appena macinato ha subito fatto quadrare i conti. Appena sveglio, inoltre, ho l'abitudine di sorbire una buona e generosa sorsata d'acqua, poi subito dopo caffè fresco. Ho preparato un trito di erbe, scaldato il forno, cacciato dal frigo la lonza che ho messo su di un tagliere di legno ad ambientarsi, stappato il vino. Ho utilizzato un rosso leccese 2006 ottenuto da Negroamaro, Malvasia e Sangiovese. L'ho lasciato aprirsi per bene poi ho iniziato a lavorare in tutta tranquillità. Le mele renette sono le regine di questo piatto e di questo mese. Sono le mele fresche ed ultime, dopodichè fuori gennaio avremo quelle di serra. Ho sempre amato le mele e le preparazioni come queste. Mi riportano ai lauti banchetti medievali o alla cucina vittoriana. Periodi in cui bracieri e carni, composte e pani dominavano la tavola. Come l'agrodolce, una modalità del cuocere o del condire che apprezzo molto. Verso le 12.00 la casa era tutto un profumo. A primo impatto si annusava la cipolla, poi la mela, poi più dietro il rosmarino e la salvia, il timo ed il pepe nero. Una delizia che ha rallegrato anche il tempo, quello atmosferico, regalando alla Capitale un tenue fascio di luce dorata che è rimasto nel cielo fino all'imbrunire. Mi sono rilassato, ho bevuto un buon vino e ho riposato un'oretta disteso sul mio 2 piazze. Poi ho desiderato condividere con voi questa ennesima domenica ai fornelli, augurarvi una buona settimana sperando così di partire insieme col buon umore.

Ingredienti x 1,5 kg circa di carne

6 mele renette
2 cipolle bianche
vino rosso
olio extravergine
rosmarino
timo
salvia
1 spicchio d'aglio
aceto balsamico
sale grosso
pepe nero

Fatevi preparare dal vostro macellaio di fiducia un bel pezzo di lonza di maiale. Su di un tagliere di legno tritate al coltello le erbe, il sale grosso, il pepe in grani e lo spicchio d'aglio. Disponete in modo omogeneo il trito sul tagliere e rotolatevi la lonza avendo cura che si cosparga su tutti i lati. Arroventate una padella antiaderente, ungetela con 2 cucchiai di olio e lasciatevi rosolare uniformemente la carne. Doratasi per bene sfumatela con l'aceto balsamico. Sistemate in una casseruola le mele tagliate a spicchi con tutta la buccia e le cipolle ugualmente affettate. Ricavate uno spazio al centro e sistematevi la lonza. Irroratela di olio e versatevi sopra il vino con il quale andrete a coprire a filo le mele e le cipolle. Spruzzate su queste ultime del pepe macinato, del rosmarino, della salvia e del sale grosso, quindi infornate in forno preriscaldato a 180°. Dopo la prima ora e mezza di cottura rigirate con cura la lonza ed irroratela se necessario con altro vino. Lasciate cuocere in tutto circa 2 ore e mezza. Dovrà risultare all'interno tenera e ancora rosata. A cottura ultimata tirate fuori la carne e lasciatela riposare per 15 minuti su di un tagliere. Poi affettatela con cura, disponete le fette in un piatto di portata e condite con il sugo formatosi, le mele e le cipolle caramellate. Un consiglio: provate ad irrorare la carne ed il condimento con del miele d'Acacia.

Stefano Tripodi

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venerdì, gennaio 11

Paris: Urbane + Bagels & Brownies

Questo è un post in bianco e nero!

Chi non muore si rivede! Ed il Maiale Ubriaco, sentite a me, non muore mai. Eccomi qui finalmente a scrivervi, dopo un altro periodo parigino che s'è protratto più del previsto. La questione fotografica per me si fa sempre più importante e la Ville Lumiere, si sa, è la mamma illustre del foro stenopeico. Ho passato un bel Natale in famiglia e già il 27 sono volato in Francia accompagnato dalla mia dolce signora che lì ci abita. Poco tempo, lo confesso, da dedicare alla gastronomia.. fatta eccezione per il Marche d'Aligre - ma ne abbiamo già parlato - le crèpes a Place de la Concorde, qualche zuppa di Cipolla coi fiocchi e due, dico due, localini piacevoli e tranquilli. Sto parlando di Urbane (qualche mia illustre collega ne ha già parlato) e Bagels and Brownies: patisserie, sandwicherie. In città c'è tutto e si trova un bel pò. Dipende da quello che cerchi, che vuoi trovare, che vuoi assaggiare. Da Urbane abbiamo mangiato quantitativamente poco per i gusti del Maiale, ma molto bene e speso il giusto. Voglio aprire una parentesi veloce: non riesco a trovare in Francia un vino che non mi piace! Vabbè.. dicevo da Urbane la accoglienza e la gentilezza sono squisite, il posto è arredato con gusto molto contemporaneo e deliziosamente tranquillo. Si propongono mostre e serate lounge sullo stile euro-japan più contemporaneo. Per quanto, a gestirlo, ci siano una irlandese ed un francese..suo marito. Quello che mi lascia leggermente perplesso è: perchè girare intorno con le parole e col prezzo ad un, fondamentalmente, piatto di manzo bollito con pomodori e chevre? A questo, amici miei, preferisco la sincerità di una lonza di maiale con patate novelle e mele annurche. La mia signora, poverina, ha mestamente ma con gusto, mandato giù un brodetto di scampi, finocchio e cerfoglio. Buono buono buono. Ma non da Maiale Ubriaco. Per chi invece vuol mangiar compito, chiacchierare sommessamente e sbirciare la tenue dolcezza della proprietaria. Sul dolce però ci siam rifatti e davvero complimenti allo chef: fondant au chocolat sauce citron et butterscotch. glace yaourt & bread and butter pudding du comtè de gawax pruneaux et armagnac compote. Divini!!! E poi date un'occhiata al loro myspace per capirne il gusto (conoscete i My Bloody Valentine?) e aggiornarvi sugli eventi. Da Bagels and Brownies ci sono capitato per caso. Il pomeriggio dell'8 sono andato a vedere Arcimboldo al Musée du Luxembourg. Inutile descrivervi i Giardini al calar della luce, la nebbiolina e tutte le sagome delle persone flouate che se la passeggiavano al fresco. Splendida mostra, per altro la più completa prima d'ora. Poi la fame, quella dello spuntino pomeridiano, ha preso il sopravvento. Girellando per Rue Notre-Dame-des-Champs mi sono imbattuto in Bagels e ho goduto di un panino al sesamo, crema di formaggio e roastbeef, poi ciambellume vario, per altro molto poco francese. Ma.. che ci volete fa.. l'Europa è l'Europa e la fame la fame! Molto carino però, davvero. Frequentato da studenti, gente del quartiere e signore per bene che fanno scorta di cheesecake e Muffins. I panini sono preparati rigorosamente al momento e gli ingredienti mi son parsi di ottima qualità. Voglio, per concludere, ricordare un vino: un Bordeaux Superieur Chateau Lavergne-Dulong che mi ha preparato spiritualmente e in Italia per il mio viaggio nelle banlieue parigine. Ma questa è un'altra storia. Dunque bentornato a me e prima di tutto a voi: che questo 2008 ci porti tanta serenità. Santé!

Urbane
12, rue Arthur Groussier, 75010 Paris (m° Goncourt)
Tel. +33 01 42 40 74 75

Bagels & Brownies
12, rue Notre-Dame-des-Champs, 75006 Paris

Tel. +33 1 42 22 44 15

Stefano Tripodi

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venerdì, gennaio 4

Linguine alle erbe, olive, capperi & alici di Cetara

Va bene, le ferie sono finite. È stato un piacere, questa pausa natalizia mi ha davvero aiutato a riflettere, mi ha dato l’opportunità di passare un po’ di tempo in cucina e soprattutto di ritemprarmi. Il 2007 per me ( e credo pure per qualcun altro qui al maiale) è stato un anno pieno di eventi, incontri, viaggi, cambiamenti ed il peso dei giorni ad un tratto si è fatto sentire e ha preso il sopravvento. Ma come si dice “anno nuovo, vita nuova”. Quindi con buoni propositi e nuovi progetti in tasca si riparte, sicuri che questo sarà un anno pieno di soddisfazioni…o mi sbaglio?
Qui al maiale ricominciamo pure a scrivere e visto che di tempo in cucina ne abbiamo passato abbastanza, possiamo cominciare a darvi qualche ricetta (siamo troppo buoni!!)
Solo che pensandoci durante le feste la maggior parte di noi non ha fatto altro che mangiare, rimpinzandosi di paste, fritture, zuppe, grigliate, panettoni, cannoli, noci, fichi, cioccolato…vi devo fare tutto l’elenco? Allora pensavamo di iniziare con qualcosa di semplice, una ricetta leggera e profumata per tornare a tavola in punta di piedi, sedersi con tutta calma e godersi un pranzetto buono e semplice. Accompagnatelo con un vino bianco, di quelli forti e dal profumo intenso e poi perché no, fatevi una bella pennichella. Salute!

Ingredienti x 4 persone

400 gr di linguine
2-3 cucchiai di capperi sotto sale
4-5 cucchiai di olive nere
80 gr di alici sott’olio
5-6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 spicchi d’aglio
1 rametto di rosmarino
un pizzico di origano
un rametto di prezzemolo
5-6 foglie di basilico
2-3 foglie di salvia
sale
pepe

Cuocere le linguine in abbondante acqua salata, nel frattempo soffriggere in padella l’aglio (buccia compresa), i capperi ancora salati, le olive nere e le alici. A cottura ultimata scolare la pasta e conservare in un recipiente una parte dell’acqua di cottura. Saltare in padella gli spaghetti, eliminando l’aglio ormai dorato ed aggiungendo un trito di erbe ed una spolverata di pepe nero. Far legare il tutto per qualche istante con poca acqua di cottura. Impiattare in tavola ancora fumante.

Remo Morretta

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